giovedì 30 aprile 2015

UNHCR al lavoro per alleviare le pessime condizioni nei centri di detenzione per migranti in Libia.


L'UNHCR in collaborazione con i suoi partner sta prestando assistenza in Libia ad alcune delle 1.242 persone soccorse in mare negli ultimi 10 giorni. Alcuni di loro si trovavano a bordo di imbarcazioni insicure, altri erano a bordo di barche intercettate dalla Guardia Costiera libica nelle acque vicino a Tripoli e sono per lo più state inviati in centri di detenzione per immigrati.
Tra di essi, anche un gruppo di oltre 200 persone provenienti dal Corno d'Africa e intercettate a Tajura (16 km a est di Tripoli). Quattro di essi presentavano gravi ustioni causate da un'esplosione di gas avvenuta due settimane fa in una località sconosciuta dove erano trattenuti dai trafficanti prima di imbarcarsi per l'Europa. Il gruppo è stato portato in un centro di detenzione per immigrati a Tripoli dove il personale medico di un partner dell'UNHCR ha curato le ustioni e organizzato il trasferimento in ospedale delle quattro persone più gravi. Tra di essi vi erano anche una madre di 20 anni che riportava ustioni estese alle braccia e alle gambe, e suo figlio di 2 anni con gravi ustioni al volto.
L'Agenzia è a conoscenza di almeno 2.663 migranti e richiedenti asilo (tra cui donne e bambini) distribuiti tra otto strutture di detenzione per immigrati in tutta la Libia, gestiti dal Dipartimento per il contrasto all’immigrazione illegale (DCIM) - un aumento significativo rispetto alle 1.455 persone che si trovavano in stato di detenzione un mese fa. Le principali nazionalità presenti nei centri sono quella somala, eritrea, etiope e sudanese. Vi sono anche persone provenienti da diversi paesi dell'Africa occidentale. Secondo le informazioni raccolte dall'UNHCR ci sarebbero 15 centri per l’immigrazione attualmente operativi in ​​tutto il paese. Gli stranieri in Libia possono essere arrestati per mancanza di uno status di immigrazione legale e possono passare da una settimana a 12 mesi in stato di detenzione. Generalmente l’UNHCR organizza in pochi giorni il rilascio dei rifugiati e richiedenti asilo registrati presso il proprio ufficio, anche se la capacità dell’Agenzia di registrare i nuovi arrivati ​​in Libia è limitata a causa delle condizioni di insicurezza del paese. L’UNHCR richiede anche il rilascio delle persone più vulnerabili, come le donne in stato di gravidanza, e l’individuazione, laddove possibile, di alternative alla detenzione.
Il personale locale dell’Agenzia e i partner che hanno visitato i centri di detenzione per migranti affermano che le condizioni sono pessime e le persone hanno un urgente bisogno di assistenza medica, di migliori condizioni di ventilazione e di adeguati servizi igienico-sanitari, nonché di beni di prima necessità. Con l’aumento del tasso di detenzione, il sovraffollamento aggrava le già difficili condizioni. In alcuni centri più di 50 persone sono ammassate in camere progettate per 25. Le temperature sono in aumento così come la presenza di zanzare che - combinata alla scarsa ventilazione – può favorire il diffondersi di malattie. Su richiesta delle autorità locali, l'UNHCR sta dando il suo contributo per cercare di alleviare tali condizioni. L’Agenzia sta distribuendo sapone, biancheria intima, vestiti e altri beni di prima necessità alle persone detenute negli otto centri a cui ha attualmente accesso.
L’aumento della violenza e il diffondersi dell’illegalità nel paese si ripercuotono sui circa 36.000 richiedenti asilo e rifugiati registrati presso l'UNHCR in Libia (anche se alcuni di essi potrebbe essersi trasferiti altrove). Tra di essi, il gruppo più numeroso (18.000) è composto da siriani, ma anche palestinesi, eritrei, iracheni, somali e sudanesi costituiscono gruppi significativi. Nonostante l'instabilità della situazione in Libia, l'Agenzia ha continuato ad aiutare i rifugiati e i richiedenti asilo attraverso il proprio personale e le ONG partner. L’UNHCR gestisce due centri per lo sviluppo della comunità a Tripoli e a Bengasi e, durante l’anno in corso, ha potenziato la propria presenza attraverso un team mobile per assistenza medica e sociale a Tripoli. L’Agenzia ha inoltre diffuso dei numeri telefonici dedicati alle persone che ancora devono registrarsi, ricevere assistenza economica o rinnovare i documenti, e per sostenere le persone che sono in stato di detenzione. L’Agenzia sta anche stabilendo un contatto dedicato con la Guardia Costiera libica per ricevere aggiornamenti sulle operazioni di ricerca e soccorso.
Nel frattempo, l'UNHCR continua a distribuire aiuti di emergenza - tra cui materassi, coperte, abiti e utensili da cucina - a migliaia di cittadini libici sfollati, e supporta le autorità locali per monitorare il fenomeno migratorio e per valutare i bisogni. Secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite sono circa 400.000 i libici sfollati a causa delle ondate di violenza.

Per ulteriori informazioni:
Carlotta Sami - Cell +39 335 6794746; Fax +39 06 80212325
Ufficio stampa - 06 80212318/33
Twitter:
 UNHCRItalia CarlottaSami

giovedì 23 aprile 2015

Dichiarazione congiunta sulle traversate nel Mediterraneo

UNHCR

Comunicato stampa

Roma, 23 aprile 2015



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Dichiarazione congiunta sulle traversate nel Mediterraneo


Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres,
Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Zeid Ra'ad Al Hussein,
Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell'ONU per le Migrazioni Internazionali e lo Sviluppo Peter Sutherland,
e Direttore Generale dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni William Lacy Swing


Una tragedia di proporzioni epiche si sta consumando nel Mediterraneo. Noi, i sottoscritti*, esortiamo con forza i leader europei a mettere al primo posto la vita umana, i diritti e la dignità allorché sono chiamati oggi a trovare un accordo sulla risposta comune alla crisi umanitaria nel Mediterraneo.

L'Unione Europea si fonda su principi fondamentali di umanità, solidarietà e rispetto dei diritti umani. Esortiamo gli Stati membri dell'UE a dar prova della propria leadership morale e politica adottando un piano d'azione globale e lungimirante incentrato su questi valori.

La risposta dell’Unione Europea deve necessariamente andare oltre l'attuale approccio minimalista del Piano in 10 punti in materia di migrazione, annunciato lunedì dall’UE e che si concentra principalmente nel limitare l'arrivo di migranti e rifugiati sulle proprie coste. La risposta dell’UE, come principio fondamentale, dovrebbe basarsi sulla sicurezza, la necessità di protezione e i diritti umani di tutti i migranti e rifugiati. È necessario che i leader dell'Unione Europea guardino oltre la situazione attuale e lavorino a stretto contatto con i paesi d’orgine e di transito, sia per alleviare nell’immediato le sofferenze dei migranti e dei rifugiati, sia per affrontare in maniera organica i vari fattori che spingono queste persone a ricorrere a queste disperate traversate via mare.  Il solo applicazione del  Piano in 10 punti non risolverà il problema della migrazione irregolare, ma potrebbe aumentare i rischi e gli abusi affrontati dai migranti e rifugiati.

Vorremmo inoltre incoraggiare una forte azione collettiva che miri ad aumentare il numero di misure da prendere in considerazione, includendo:

  • Una robusta operazione di ricerca e soccorso guidata dagli Stati, proattiva e adeguatamente finanziata, con urgenza e senza ulteriori ritardi, con una capacità simile a Mare Nostrum e il chiaro obiettivo di salvare vite.

  • La creazione di adeguati canali di migrazione sicura e regolare, anche per lavoratori migranti meno qualificati e persone in cerca di ricongiungimento familiare, e l’accesso alla protezione quando necessario, come aternative sicure al ricorso ai trafficanti.

  • Il fermo impegno ad accogliere un numero sensibilmente più alto di rifugiati, con ulteriori quote di reinsediamento in tutta l’UE, in aggiunta alle attuali, e in misura tale da produrre un impatto concreto, in combinazione con le altre vie legali che consentano ai rifugiati di raggiungere la sicurezza.

  • Rafforzare gli accordi a sostegno di quei paesi che accolgono il maggior numero di arrivi (Italia, Malta e Grecia) e distribuire più equamente in tutta l’Unione Europea la responsabilità nel salvataggio di vite umane e nella protezione di coloro in difficoltà.

  • Combattere la retorica razzista e xenofoba, il cui solo scopo è quello di denigrare i migranti e i rifugiati.


*Peter Sutherland, Rappresentante speciale del Segretario generale dell'ONU per le Migrazioni Internazionali e lo Sviluppo; António Guterres, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati; William L. Swing, Direttore Generale dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni; Zeid Ra'ad Al Hussein, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.

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Barbara Molinario – Cell +39 338 5462932
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mercoledì 22 aprile 2015

The European Union for refugees: a lot of smoke in ten points


Emilio Drudi
About 670 euro. In so much spending every human life saved last year with the operation Mare Nostrum: 114 million (9.5 per month for twelve months) in front of nearly 170,000 men and women helped to reach Italy and l ' Europe. But it was said that this expense was not bearable for the Italian and European finances. One would think that a man, for certain policy, is worth less than € 600. Certainly Mare Nostrum has been suppressed for fielding Triton, a program that provides no rescue at sea but only the control and defense of the borders and only incidentally, if it happens, in short, the rescue procedures.

Now, in the wake of the emotion aroused by yet another massacre, with about 800 victims, the most serious of all time in the Mediterranean, the European Union has implemented a strategy based on ten points. We spoke with Don Mussie Zerai, the president of the agency Habeshia, candidate for the Nobel Prize for Peace, which for years denies' inaction and hypocrisy "of the chanceries of the North. And that spares no criticism: "Our heart - blurts out immediately - is full of pain for the massacre of refugees and the silence of the powerful of the earth. For 15 years, we are witnessing the death of thousands of migrants, but Europe can not help but pull off words for the occasion. Hypocrisy on hypocrisy. A Europe that spends millions on weapons but says he has no money to save lives. Multiply the instruments of death and did not want to look at the chaos caused in Africa and the Middle East. In a number of countries have become thriving market where to sell weapons and rob natural resources or which bring in cheap labor to be exploited ... Now come these 'ten points'. It does not seem to change much compared to the past. "
Here, we examine these points one by one.
- Strengthening of joint operations in the Mediterranean (Triton and Poseidon), increasing financial resources, increasing the allocation of personnel and equipment, and possibly extending the operational area, in order to take action on a larger radius, but always within the mandate Frontex.
Don Zerai: "It 'not clear what is meant when" within the mandate of Frontex ". The point is to radically change the rules of engagement. Frontex has the duty to monitor the borders and not to save lives. Intervenes in rescue operations only when it receives specific requests but is required to do so: otherwise would violate international law and the code of the sea. Another thing was the mandate of Mare Nostrum, who came to patrol the Mediterranean to the edge of the Libyan territorial waters. It 'a response that continues the line of indifference followed so far: the little desire to engage in a mission to protect the lives of people in danger. "
- The capture and destruction of boats used by traffickers: in essence, the revival in the Mediterranean Operation Atalanta against piracy.
"This project requires the cooperation of the Libyan government. But what government? With that settled in Tripoli or to Tobruk, recognized by the international community but has no control over the country and it is indeed almost under siege by the various militias that vie for power, including Isis? In short, it is a proposal that is still poorly defined unrealistic ".
- The agencies Europol, Frontex, Easo, Eurojust will meet regularly and work closely to will collect information on the modus operandi of traffickers, to trace the sources of funding of criminal organizations, to coordinate and cooperate in the investigation.
"It 's something so obvious that it should not even announced. It should, indeed, should have worked well for some time. However, we hope that really is so: it is since 2009 that ask you to follow the flow of money to track down the traffickers, as did the Italian judiciary to climb to the top of the Mafia. We'll see if the words will follow eventually the facts. "
- Will be sent technical teams in Italy and in Greece in the joint asylum applications.
"It was time. But this presupposes the overcoming of the Dublin Regulation 3, which binds migrants to the first country to which they turn for help. Otherwise, what good is a measure of this kind? ".
- Member States of the European Union will ensure the identification and fingerprinting of all migrants.

"Okay identification. But the point remains Regulations Dublin 1, 2 and 3, a real cage for refugees who do not wish to remain in the first country in which they arrived, by sea or by land, but settle elsewhere, where they maybe relatives or friends ready to help them, or where, quite simply, they see the prospect of a better future, compared to the conditions of degradation, discrimination, exploitation, almost total lack of inclusion that await them in Italy or Greece. "
- Will evaluate the options for a mechanism for the transfer of emergency.
"We continue to talk of emergency, ignoring or pretending to ignore that we are facing a huge structural problem that requires action 'structural', not 'emergency'. The chaos, the massacres, the suffering of thousands of people come from this very wrong approach or 'deliberately wrong'. And since we know now that this disaster is likely to increase over the next 15 years if you do not implement a policy of peace in the Horn of Africa, in Sub-Saharan Africa and in East Medo. If, in practice, there will be no investment in the development and a turning courageous in European politics. All the rest are just empty words. "
- A large European pilot project for the resettlement of refugees on a voluntary basis, to provide places for people in need of protection.
"It seems only a statement of intent: you do not specify, for example, or how, or where. And then, if it is only on a voluntary basis, we already know, from experience, how things go ... So, once again, a lot of smoke ... ".
- A new program of rapid return of irregular migrants, by the Member "front line", coordinated by Frontex.
"It should be strongly reaffirmed the no rejections without first verifying the right of each individual migrant to seek asylum or another form of international protection. It must be ascertained in advance that people sent back to their country of origin do not run any danger to their lives and their freedom. Not to mention a totally overlooked: if the return will not be accompanied by social and work projects in the states of origin, certainly these people will try again to get to Europe. And the problem will resurface again. "
- Commitment of collaboration with countries bordering Libya, through a joint effort between the Commission and the European External Action Service (EEAS). Need to be reinforced similar initiatives in Niger.
"It has all the air, once again, of a policy Pilate, which aims to award to 'third' management of refugees, but that will not last long. In addition to embarrass the country to which you want to assign the 'dirty work', unnecessarily increase the suffering of refugees. And traffickers will open other routes to bring to Europe the desperate fleeing their country. There is no wall that takes: sooner or later, even in the wake of widespread corruption, the jerseys will widen. And 'eloquent what happened in the days of Gaddafi in Libya. "
- Sending liaison officers, to the problems of immigration, in third countries, to gather information on migration flows and strengthen the role of the EU delegations.
"Still a proposal in key defensive of Fortress Europe. No one who thinks of the rights and protection of refugees: the mortal dangers that these people run the day-to-day does not seem to interest anyone. In all these ten points, in short, the prevailing desire of Europe to 'defend' by those who knock on its door to ask for help and protection. Was not spending a single word on how to alleviate the suffering of millions of women and men persecuted by war, terrorism, dictatorships, discrimination, political, religious, racial, hunger, famine, endemic poverty. It 'a choice that fills the heart with pain and disappointment: the civilized Europe is doing itself down the myth of being the home of human rights, worthy of the Nobel Prize for Peace. "
Emerges from the judgments of these ten points, that Italy and the European Union, in practice, have proposed interventions that give answers to "our fears" rather than to the rights, needs, the very life of thousands of refugees.


"That 's right. I want to mention, in this regard, the last, terrible call for help that came Habeshia agency. Concerns about 400 Eritreans and Ethiopians detained in a former school near Misrata. Wednesday one of them phoned, telling that were captured by militiamen loyal to the government in Tripoli. To catch them have hired a firefight that another group that kept them prisoners. Three Eritreans died in the shooting. Five others injured and now no one knows what happened to them. Tuesday, about 50 women were taken by armed men and taken away: you do not know where, nor why they were separated from other prisoners. Not only occasionally comes to the prison a Libyan woman, picks up a number of refugees and leads them in a kind of place of purchase, claiming 2,000 to $ 2,500 per person for the issue. Everything leads one to believe that this woman is in connection with intermediaries Eritreans, Ethiopians, Sudanese and Somalis who organize the crossing to Italy in collaboration with the Libyans. And life in prison is tough: the migrants are forced to observe Islamic prayer times and who does not pray is beaten by militia guard. Here's what happens in those in Italy were defined hypocritically shelters. But in the 'ten points' there is virtually nothing to deal with such situations. And what is happening in Libya today could happen tomorrow in Niger, Chad, Tunisia, Algeria ... The truth is that there is no guarantee in fields like these, regardless of the 'initials' under which they are open. Why are the same police and security, often, to exploit and persecute the prisoners. In that prison Misrata occasionally arrive operators IOM. But it is not an inspection. They just bring some blankets or soap. Doing nothing for protection and the release of hundreds of people detained in degrading conditions for human dignity. "

L’Unione Europea per i profughi: tanto fumo in dieci punti

di Emilio Drudi

Circa 670 euro. A tanto ammonta la spesa per ogni vita umana salvata lo scorso anno con l’operazione Mare Nostrum: 114 milioni (9,5 al mese per dodici mesi) a fronte di quasi 170 mila donne e uomini aiutati a raggiungere l’Italia e l’Europa. Ma si è detto che questa spesa non era sopportabile per le finanze italiane ed europee. Verrebbe da pensare che un uomo, per certa politica, vale meno di 600 euro. Certo è che Mare Nostrum è stata soppressa per mettere in campo Triton, un programma che prevede non interventi di salvataggio in mare ma esclusivamente il controllo e la difesa delle frontiere e solo incidentalmente, se capita, insomma, le procedure di soccorso.
Ora, sulla scia dell’emozione suscitata dall’ennesima strage, con circa 800 vittime, la più grave di tutti i tempi nel Mediterraneo, l’Unione Europea ha messo in campo una strategia basata su dieci punti. Ne parliamo con don Mussie Zerai, il presidente dell’agenzia Habeshia, candidato al Premio Nobel per la Pace, che da anni contesta “l’inerzia e l’ipocrisia” delle cancellerie del Nord del mondo. E che non lesina critiche: “Il nostro cuore – sbotta subito – è colmo di dolore per la strage dei profughi e il silenzio dei potenti della terra. Da 15 anni assistiamo alla morte di migliaia di migranti, ma l’Europa non sa fare altro che sfoderare parole di circostanza. Ipocrisia su ipocrisia. Un’Europa che spende milioni in armamenti ma dice di non avere soldi per salvare vite umane. Moltiplica gli strumenti di morte e non ha voglia di guardare al caos provocato in Africa e nel Medio Oriente. In tutta una serie di paesi diventati mercato fiorente dove vendere armi e rapinare le risorse naturali o da cui far venire lavoratori a basso costo da sfruttare… Ora arrivano questi ‘dieci  punti’. Non mi sembra che cambi molto rispetto al passato”.
Ecco, esaminiamo uno per uno questi punti.

– Rafforzamento delle operazioni congiunte nel Mediterraneo (Triton e Poseidon), aumentando le risorse finanziarie, potenziando la dotazione di uomini e mezzi ed estendendo eventualmente l’area operativa, in modo da intervenire su un raggio più ampio, ma sempre nell’ambito del mandato di Frontex.
Don Zerai: “E’ poco chiaro che cosa si intenda quando si specifica “nell’ambito del mandato di Frontex”. Il punto è cambiare radicalmente le regole di ingaggio. Frontex ha il compito di sorvegliare le frontiere e non di salvare vite umane. Interviene in operazioni di soccorso solo quando riceve richieste specifiche ma è obbligato a farlo:  altrimenti violerebbe le leggi internazionali e il codice del mare. Tutt’altra cosa era il mandato di Mare Nostrum, che arrivava a pattugliare il Mediterraneo fino al limite delle acque territoriali libiche. E’ una risposta che continua la linea di indifferenza seguita finora: la poca voglia di impegnarsi in una missione volta a proteggere la vita delle persone in pericolo”.

– La cattura e la distruzione dei barconi utilizzati dai trafficanti: in sostanza, la riproposizione nel Mediterraneo dell’operazione Atalanta contro la pirateria.
“Questo progetto presuppone la collaborazione del governo libico. Ma quale governo? Con quello insediato a Tripoli o con quello di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale ma che non esercita alcun controllo sul paese ed è anzi quasi sotto assedio da parte delle varie milizie che si contendono il potere, incluse quelle dell’Isis? Insomma, è una proposta che definire irrealistica è ancora poco”.


– Le agenzie Europol, Frontex, Easo, Eurojust si incontreranno regolarmente e lavoreranno a stretto contatto per raccoglier informazioni sul modus operandi dei trafficanti, per tracciare le fonti dei finanziamenti delle organizzazioni criminali, per coordinare e collaborare nelle indagini.
“E’ una cosa tanto ovvia che non andrebbe nemmeno annunciata. Dovrebbe, anzi, avrebbe dovuto funzionare così da tempo. Comunque, speriamo che davvero sia così: è dal 2009 che chiediamo di seguire il flusso del denaro per rintracciare i trafficanti, esattamente come ha fatto la magistratura italiana per risalire ai vertici della mafia. Vedremo se alle parole seguiranno finalmente i fatti”.

– Verranno inviati team tecnici in Italia e in Grecia per trattare in modo congiunto le domande di asilo.
“Era ora. Ma questo presuppone il superamento del regolamento di Dublino 3, che vincola i migranti al primo paese al quale si rivolgono per chiedere aiuto. Altrimenti, a che cosa serve un provvedimento di questo genere?”.

– Gli Stati membri dell’Unione Europea garantiranno l’identificazione e la raccolta delle impronte digitali di tutti i migranti.
“Va bene l’identificazione. Ma il punto restano i regolamenti di Dublino 1, 2 e 3, una vera e propria gabbia per i profughi che non desiderano restare nel primo paese in cui sono arrivati, via mare o via terra, ma stabilirsi altrove, dove hanno magari parenti o amici pronti ad aiutarli o dove, più semplicemente, vedono la prospettiva di un futuro migliore, rispetto alle condizioni di degrado, discriminazione, sfruttamento, pressoché totale impossibilità di inserimento che li attendono in Italia o in Grecia”.

– Verranno valutate le opzioni per un meccanismo di trasferimento d’emergenza.
“Si continua a parlare di emergenza, ignorando o facendo finta di ignorare che siamo di fronte a un enorme problema strutturale, che richiede interventi ‘strutturali’, non ‘emergenziali’. Il caos, le stragi, le sofferenze di migliaia di persone derivano proprio da questo approccio errato o ‘volutamente errato’. E sappiamo fin da adesso che questa catastrofe è destinata ad aumentare nei prossimi 15 anni se non si attuerà una politica di pace nel Corno d’Africa, nell’Africa Sub Sahariana e nel Medo Oriente. Se, in concreto, non ci saranno investimenti per lo sviluppo e una svolta coraggiosa nella politica europea. Tutto il resto sono solo parole al vento”.

– Un ampio progetto pilota europeo di reinsediamento dei profughi, su base volontaria, che offra posti alle persone bisognose di protezione.
“Sembra solo una dichiarazione d’intenti: non si specifica, ad esempio, né come, né dove. E poi, se è solo su base volontaria, sappiamo già, per esperienza, come vanno le cose… Insomma, ancora una volta, tanto fumo…”.

– Un nuovo programma di rapido rimpatrio dei migranti irregolari, dagli Stati “in prima linea”, coordinato da Frontex.
“Va ribadito con forza il no ai respingimenti senza prima verificare il diritto di ogni singolo migrante a chiedere asilo o un’altra forma di protezione internazionale. E occorre accertare preventivamente che le persone rimandate nel loro paese d’origine non corrano alcun pericolo per la propria vita e la propria libertà. Senza contare un aspetto totalmente trascurato: se il rimpatrio non verrà accompagnato da progetti di inserimento sociale e lavorativo negli Stati di provenienza, certamente queste persone tenteranno di nuovo di arrivare in Europa. E il problema si riproporrà da capo”.

– Impegno di collaborazione con i paesi che confinano con la Libia, attraverso uno sforzo congiunto tra la Commissione e il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae). Vanno intensificate iniziative analoghe in Niger.
“Ha tutta l’aria, ancora una volta, di una politica pilatesca, che mira ad affidare a ‘terzi’ la gestione dei profughi, ma che non potrà durare a lungo. Oltre a mettere in difficoltà i paesi ai quali si vuole assegnare il ‘lavoro sporco’, aumenteranno inutilmente le sofferenze dei profughi. E i trafficanti apriranno altri itinerari per portare verso l’Europa i disperati in fuga dal proprio paese. Non c’è muraglia che tenga: prima o poi, sulla spinta anche di una diffusa corruzione, le maglie si allargheranno. E’ eloquente quanto è accaduto ai tempi di Gheddafi in Libia”.

– Invio di funzionari di collegamento, per i problemi dell’immigrazione, in paesi terzi, per raccogliere informazioni sui flussi migratori e rafforzare il ruolo delle delegazioni Ue.
“Ancora una proposta in chiave difensiva della Fortezza Europa. Nessuno che pensi ai diritti e alla tutela dei profughi: i pericoli mortali che queste persone corrono giorno per giorno non sembrano interessare nessuno. In tutti questi dieci punti, insomma, prevale la volontà dell’Europa di ‘difendersi’ da chi bussa alle sue porte per chiedere aiuto e protezione. Non è stata spesa una sola parola su come alleviare le sofferenze di milioni di donne e uomini perseguitati da guerre, terrorismo, dittature, discriminazioni politiche, religiose, razziali, fame, carestia, miseria endemica. E’ una scelta che colma il cuore di dolore e delusione: la civile Europa sta facendo essa stessa cadere il mito di essere la patria dei diritti umani, degna del Premio Nobel per la Pace”.

Emerge, dai giudizi su questi dieci punti, che Italia ed Unione Europea, in pratica, hanno proposto interventi che danno risposte alle “nostre paure” piuttosto che ai diritti, alle esigenze, alla vita stessa di migliaia di profughi.

“E’ proprio così. Voglio citare, a questo proposito, l’ultima, terribile richiesta di aiuto che è arrivata all’agenzia Habeshia. Riguarda circa 400 eritrei ed etiopi rinchiusi in una ex scuola vicino a Misurata. Mercoledì uno di loro ha telefonato, raccontando che sono stati catturati da miliziani fedeli al governo di Tripoli. Per catturarli hanno ingaggiato un conflitto a fuoco che un altro gruppo che li teneva prigionieri. Nella sparatoria tre eritrei sono morti. Altri cinque feriti e ora non si sa che fine abbiano fatto. Martedì, circa 50 donne sono state prelevate da uomini armati e portate via: non si sa dove, né tantomeno perché siano state separate dagli altri prigionieri. Non solo: ogni tanto arriva nella prigione una donna libica, preleva un certo numero di profughi e li porta in una specie di luogo di compravendita, pretendendo dai 2.000 ai 2.500 dollari a persona per il rilascio. Tutto lascia credere che questa donna sia in collegamento con gli intermediari eritrei, etiopi, sudanesi e somali che organizzano la traversata verso l’Italia in collaborazione con i libici. E la vita in carcere è durissima: i migranti vengono costretti ad osservare gli orari delle preghiere islamiche e chi non prega viene pestato dai miliziani di guardia. Ecco cosa accade in quelli che in Italia sono stati definiti ipocritamente centri di accoglienza. Ma nei ‘dieci punti’ non c’è praticamente nulla per fronteggiare situazioni del genere. E quanto accade oggi in Libia potrebbe accadere domani in Niger, in Chad, Tunisia, Algeria… La verità è che non c’è alcuna garanzia in campi come questi, a prescindere dalle ‘sigle’ sotto cui sono aperti. Perché sono le stesse forze di polizia e di sicurezza, spesso, a sfruttare e perseguitare i prigionieri. In quel carcere di Misurata ogni tanto arrivano operatori dell’Oim. Ma non è un’ispezione. Si limitano a portare qualche coperta o saponetta. Senza fare nulla per la protezione e la liberazione di centinaia di persone detenute in condizioni degradanti per la dignità umana”.

800 People dad is Announced tragedies, and Cruelty unheard in Libia at the gates of Europe


Our hearts are full of pain, the massacre of refugees in the Mediterranean, the massacre of Christians Eritreans and Ethiopians in Libya, the silence of the powerful of the earth today God asks each of us the blood of your brothers and your sister cries before me, where your brother and your sister where?
For 15 years, we are witnessing the death of migrants and refugees in the Mediterranean, Europe can not do nothing but lesinarci words of fact and hypocrisy. A Europe that spends millions to upgrade its military hardware, but has no money to save human lives, did not want to look at the combined mess in Africa, Middle East.
Are flourishing market where selling arms, to exploit natural resources, bring in cheap workers.

The Council of Ministers of the European internal produced the famous 10 points: -
- Strengthening of joint operations in the Mediterranean, ie Triton and Poseidon, increasing the financial resources and the number of means. Also extend their operational area, allowing them to intervene more broadly, within the mandate of Frontex;
Unclear, thus means "within the mandate of Frontex"? that does not change its nature is there to monitor the borders, not to go to seek and to save human lives, will do so only if he happens under your nose, since he can not avoid it, otherwise it would violate international law. These are the answers that they know so much indifference and little desire to actually commit to a mission to protect the lives of people in danger.
- A systematic effort to capture and destroy the boats used by traffickers. The positive results obtained with Operation Atalanta should inspire similar operations against traffickers in the Mediterranean;
  This requires the cooperation of the Libyan state, but in this current phase with those who agree? with General that governs Tripoli or the government into a corner of the various militias that vie for the country, including ISIS and its sympathizers? Unrealistic.
- EUROPOL, FRONTEX, EASO and Eurojust will meet regularly and will work closely together to gather information on the modus operandi of traffickers, to track their funds and to assist in the investigation;
  About time if they do seriously, since 2009 we asked to follow the flow of money to track down the traffickers. Now let's see if the words will follow the facts.
- EASO will send teams in Italy and Greece in the joint asylum applications;
This assumes overcoming Dublin III otherwise what use?
- Member States will ensure the collection of fingerprints of all migrants; 
the Dublin Regulation I-II-III is a real cage for many refugees who wish to go in northern Europe to reunite with relatives and friends, to have a better future, compared to the conditions of slaves that awaits in Italy and Greece.
-Verranno Evaluated the options for a transfer mechanism of an emergency;
  We are in an emergency for 15 years and we would be for the next 15 years if you do not pacify the Horn of Africa and Sub-Saharan Africa, where there will be an investment for the development, will be just words in the wind.
-A Large European pilot project of resettlement on a voluntary basis, to provide places for people in need of protection;
not clear from where to where? then voluntary basis know how things go, a lot of smoke slightly roasted.
- A new program for early return of irregular migrants by Member States at the forefront, coordinated by Frontex;
No to expulsions without first verifying the person's right to seek asylum, without first being satisfied that the person sent back to the country of origin does not run no danger to his life, his freedom and his return must be accompanied with a draft re- social and work otherwise, will return.
- The engagement with the countries that surround Libya through a joint effort between the Commission and the EEAS; initiatives in Niger must be intensified.
The Policy Pilate will not last long, as well as make it hard for the country to which you want to do the dirty work, will increase the suffering of the refugees in vain, and the traffickers will open other routes to bring people to Europe, until there will be the instrument of corruption there will be many links that will widen as in the days of Gaddafi.
- Sending immigration liaison officers in key third countries, to gather information on migration flows and strengthen the role of the EU delegations.
Still proposals in key defensive fortress Europe, no one thinks that the protection of refugees, in which suffering danger undergo nobody cares. All 10 points that put prevails Europe's desire to defend itself from those who come to ask for help and protection, they have not spent a word on how to relieve the suffering of millions of people today who are forced to live in a state of war or persecution. All this is a source of sadness and pain for us, Europe is dropping his myth of being "the island of the human right and right to asylum".

Testimony current: -Yesterday we heard from about 400 Eritreans and Ethiopians detained in a former school near Misrata, told us that were captured by soldiers loyal to the general who commands Tripoli, to capture them have hired an armed conflict with another group that held prisoners during this conflict have died three Eritreans, are injured five others who now do not know what happened to them. Yesterday were taken the place of detention 50 women taken by armed men do not know where they were taken, it what the reason for which they were taken away by the other comrades. They told us that every touch comes in the prison a Libyan woman, takes a group of prisoners, take them at his place of buying and selling, demanding payment of $ 2000 - $ 2500 per person for his release, this woman is in connection with intermediaries Eritreans, Ethiopians, Sudanese, Somalis who organize the trip in collaboration with the Libyans. In prison refugees are forced to observe the Islamic prayer times, who does not pray with other Muslim prisoners being beaten by the militia who are on call. Here sa happen in the famous detention centers in Libya today, that could happen tomorrow in Niger, Chad, Tunisia, Morocco, Algeria ect ... In the above are in prison occasionally Visit operators IOM, but merely bring two three blankets , some soap ect ... do not do anything for the protection and liberation of these refugees kept in sanitary condition totally degrading to human dignity.
Fr. Mussie Zerai

Traggedie annuciate, e Crudelta in audite alle porte dell'Europa



Il nostro cuore è colmo di dolore, la strage di profughi nel mediterraneo, il massacro dei cristiani eritrei ed etiopi in Libia, il silenzio dei potenti della terra Dio chiede oggi a ciascuno di noi il sangue di tuo fratelli e della tua sorella grida dinanzi a me, dove il tuo fratello e dove tua sorella?
Da 15 anni assistiamo la morte dei migranti e profughi nel Mediterraneo, l'Europa non sa fare altro che lesinarci parole di circostanza e tanta ipocrisia. Una Europa che spende milioni per aggiornare i suoi armamenti militari, ma non ha soldi per salvare vite umani, non ha voglia di guardare al pasticcio combinato in Africa, Medio Oriente.
Sono mercato fiorenti dove vendere armi, da sfruttare le risorse naturali, far venire lavoratori a basso costo.
Il consiglio dei ministri del interno europeo ha prodotto i famosi 10 punti:-
- Rafforzamento delle operazioni congiunte nel Mediterraneo, vale a dire Triton e Poseidon, aumentando le risorse finanziarie e il numero dei mezzi. Estenderemo anche la loro area operativa, riuscendo così a intervenire in modo più ampio, nell'ambito del mandato di Frontex;
Poco chiaro, cosi si intende "nell'ambito del mandato di Frontex"? che non cambia la sua natura è li per sorvegliare i confini, non per andare a cercare e salvare vite umani, lo farà solo se gli capita sotto al naso, dato che non può evitarlo, altrimenti violerebbe le leggi internazionali. Queste sono le risposte che sanno tanto di menefreghismo e poca voglia di impegnarsi realmente per una missione di proteggere la vita delle persone in pericolo.

- Uno sforzo sistematico per catturare e distruggere i barconi utilizzati dai trafficanti. I risultati positivi ottenuti con l'operazione Atalanta dovrebbero ispirare operazioni simili contro i trafficanti nel Mediterraneo; Questo presuppone la collaborazione dello stato Libico, ma in questa fase attuale con chi accordarsi? con il Generale che governa Tripoli o con il governo messo all'angolo delle varie milizie che si contendono il paese, tra cui anche ISIS e suoi simpatizzanti ? Poco realistico.

- EUROPOL, FRONTEX, EASO e EUROJUST si incontreranno regolarmente e lavoreranno a stretto contatto per raccogliere informazioni sul modus operandi dei trafficanti, per tracciare i loro fondi e per aiutare nelle indagini; Era ora se lo faranno seriamente, dal 2009 che chiedevamo di seguire il flusso di denaro per rintracciare i trafficanti. Ora vediamo se alle parole seguiranno i fatti.
- EASO invierà team in Italia e in Grecia per trattare in modo congiunto le domande di asilo; Questo presume il superamento di Dublino III altrimenti a cosa serve? 
- Gli Stati membri garantiranno la raccolta delle impronte digitali di tutti i migranti; il regolamento di Dublino I-II-III è una vera gabbia per molti profughi che desiderano andare nel nord Europa a ricongiungersi ai parenti e amici, ad avere un futuro migliore, rispetto alle condizioni di schiavi che gli attende in Italia e in Grecia.
-Verranno valutate le opzioni per un meccanismo di trasferimento di emergenza;
  Siamo in emergenza da 15 anni e lo saremmo per i prossimi 15 anni se non si pacificherà il Corno d'Africa e l'Africa Sub Sahariana, se non ci sarà un investimento per lo sviluppo, saranno solo parole al vento. 
-Un ampio progetto pilota europeo di re insediamento su base volontaria, che offra posti alle persone bisognose di protezione;
non chiaro da dove a dove? poi base volontario sappiamo come vanno le cose, tanto fumo poco arrosto.
- Un nuovo programma per un rapido rimpatrio dei migranti irregolari dagli Stati membri in prima linea, coordinato da Frontex;
No a respingimenti senza prima verificare il diritto della persona di chiedere asilo, senza prima sia accertata che la persona rimandata nel paese di origine non corra nessun pericolo alla sua vita, alla sua libertà e il suo ritorno deve essere accompagnato con un progetto di re-inserimento sociale e lavorativo altrimenti, tornerà.
- L'impegno con i Paesi che circondano la Libia attraverso uno sforzo congiunto tra la Commissione e il SEAE; le iniziative in Niger devono essere intensificate.
La Politica Pilatesca non durerà a lungo, oltre che metterà in difficoltà i paesi ai quali che si vuole far fare il lavoro sporco, aumenterà le sofferenze ai profughi inutilmente, e i trafficanti apriranno altre itinerari per portare le persone verso l'Europa, finche ci sarà lo strumento della corruzione ci saranno tante maglie che si allargheranno come ai tempi di Gheddafi.
- Invio di funzionari di collegamento sull'immigrazione in paesi terzi chiave, per raccogliere informazioni sui flussi migratori e rafforzare il ruolo delle delegazioni dell'UE.
Ancora proposte in chiave difensiva della fortezza Europa, nessuno che pensa alla protezione dei profughi, a quali sofferenze pericolo sono sottoposti non interessa a nessuno. Tutti i 10 punti che hanno messo prevale il desiderio dell'Europa di difendere se stessa da chi viene a chiedere aiuto e protezione, non hanno speso una parola su come alleviare le sofferenze di milioni di persone che oggi sono costretti a vivere in stato di guerra o persecuzione. Tutto questo è motivo di tristezza e dolore per noi, l'Europa fa cadere il suo mito di essere "l'isola del diritto umano e diritto di Asilo". 

Testimonianza attuale:-Ieri abbiamo ricevuto notizie da circa 400 eritrei ed etiopi rinchiusi in una ex scuola vicino a Misurata, ci hanno raccontato che sono stati catturati da militari fedeli al generale che comanda Tripoli, per catturarli hanno ingaggiato un conflitto a fuoco con un altro gruppo che gli teneva prigionieri, durante questo conflitto sono morti 3 eritrei, sono feriti altri 5 che ora non si sa che fine abbiano fatto. Altro ieri sono state prelevate del luogo di detenzione 50 donne prese da uomini armati non si sa dove sono state portate, ne quale sia la ragione per il quale sono stati portate via da gli altri compagni. Ci hanno raccontato che ogni tatto arriva nella prigione una donna libica, preleva un gruppo di prigionieri, li porta nel suo luogo di compra vendita, pretende il pagamento di $ 2 mila - $ 2.500 a persona per il suo rilascio, questa donna è in collegamento con gli intermediari Eritrei, Etiopi, Sudanesi, Somali che organizzano il viaggio in collaborazione ai Libici. Nel carcere i profughi vengono costretti ad osservare gli orari di preghiera islamiche, chi non prega con gli altri prigionieri musulmani viene picchiato dalle milizie che sono di guardia. Ecco sa succedere nei famosi centri di detenzione in Libia oggi, che potrebbe accadere domani in Niger, Chad, Tunisia, Marocco, Algeria ect ... Nel suddetto carcere ogni tanto vengono in Visita operatori del IOM, ma si limitano a portare due tre coperte, qualche saponetta ect ... senza fare di fatto nulla per la protezione e liberazione di questi profughi tenuti in condizione igienico sanitarie totalmente degradanti per la dignità umana.

don Mussie Zerai

lunedì 20 aprile 2015

Naufragio: agenzia Habeshia, Ue non assista impassibile



(ANSA) - PALERMO, 19 APR - "Il rifiuto del Unione Europea di mettere in campo un programma equivalente del Mare Nostrum è una chiara dichiarazione di guerra contro migranti e profughi. Lasciarli morire in mare è un modo passivo di combattere una guerra che non si vuole dichiarare". Lo afferma in una nota don Mosè Zerai, responsabile dell'agenzia Habesha, che si occupa di rifugiati e richiedenti asilo. "Solo in questi primi mesi del 2015 si contano circa 1.600 persone morte nel Mediterraneo - prosegue - in quello che l'Europa considera a torto 'Mare Nostrum' ma nei fatti non lo dimostra, perché il mediterraneo nei ultimi 15 anni è divenuto cimitero per molti bambini, donne". "Dopo la tragedia di Lampedusa nel 2013 - ricorda - abbiamo visto e sentito politici di grande responsabilità istituzionale promettere mai più tragedie simili, eppure oggi siamo qui di nuovo a piangere centinaia di vittime". Per don Mosè Zerai "La responsabilità è degli Stati falliti da cui parte questo esodo di profughi, che la comunità internazionale guarda in silenzio, mentre devastano il paese e la popolazione, costringendoli alla fuga. Queste vittime sono sulla coscienza di quei criminali che li hanno mandati allo sbaraglio, ma sono anche sulla coscienza di quei criminali della politica e della finanza europea che si rifiutano di mettere al centro la vita umana, al punto di fare finta di non vedere che il mediterraneo si è tinto di rosso del sangue di migliaia di innocenti". Secondo il responsabile dell'agenzia Habesha, che rivolge un accorato appello all'Europa, "non bastano le parole di circostanza o le lacrime di qualche anima pia, servono azioni, risposte concrete, per proteggere e prevenire queste tragedie".(ANSA). 

domenica 19 aprile 2015

The undeclared war Europe against Migrants and Refugees.


The European Union Prize Nobel Peace conducts an undeclared war against migrants and refugees who are unarmed knocking on the doors of Europe, to seek asylum and protection.
The rejection of the European Union to put in place a program equivalent of the Mare Nostrum is a clear declaration of war against migrants and refugees. Let them die at sea is a passive way to fight a war they do not want to declare.
That's just in the first months of 2015, there are about 1,600 people died in the Mediterranean, in what Europe considers wrongly "Mare Nostrum" but in fact does not show it, because the Mediterranean in the last 15 years has become the graveyard for many children , women, men and young people. People who hoped to find a face friends, a helping hand to comfort them, to protect them.
After the tragedy of Lampedusa in 2013 we have seen and heard politicians of great institutional responsibility to promise no more tragedies like this, it is well we are here today to cry again hundreds of victims.
The responsibility of failed states from which this exodus of refugees, the international community looks guilty silence, while ravaging the country and the population, forcing them to flee. The result of this guilty silence is there for all of us.
These victims are on the conscience of those criminals who were sent into the fray, are also on the conscience of those criminals of politics and of European finance who refuse to put at the center of human life, to the point of pretending not to see that the Mediterranean is dyed red with the blood of thousands of innocents.
This is our cry of pain in front of the deaf ears of Europe and the entire international community.
Too many wrong answers that have favored the human trafficking, the booming market of the journey of hope, thriving for "matchmakers of human flesh" as defined already more than 100 years ago Blessed Gionanni Battista Scalabrini, who denounced the traffic and Italian exploitation of migrants to the Americas. Today most of the time the merchants of flesh wound, defenseless of thousands of migrants and refugees is mercantegiata with complicity of state apparatuses and criminal groups, all the doors of Europe, a Europe that seems to put aside the core values ​​of your story has seen two world wars and totalitarian governments, the extermination of peoples.
I wonder how can today see this coldness before these tragedies, because words are not enough of circumstance or the tears of some pious soul, serving actions, concrete answers, to protect and prevent these tragedies.
Our appeal Europe find your Soul and so sensitive and solidarity with those who suffered.

Fr. Mussie Zerai

La guerra non dichiarata dell'Europa contro i Migranti e Profughi.


L'Unione Europea Premio Nobel per la Pace conduce una guerra non dichiarata contro migranti e profughi disarmati che vengono a bussare alle porte di europa, per chiedere asilo e protezione.
Il rifiuto del Unione Europea di mettere in campo un programma equivalente al Mare Nostrum è una chiara dichiarazione di guerra contro migranti e profughi. Lasciarli morire in mare è un modo passivo di combattere una guerra che non si vuole dichiarare.
Ecco solo in questi primi mesi del 2015 si contano circa 1.600 Persone morte nel Mediterraneo, in quello che l'Europa considera a torto "Mare Nostrum" ma nei fatti non lo dimostra, perché il mediterraneo nei ultimi 15 anni è divenuto cimitero per molti bambini, donne, uomini e giovani. Persone che speravano di trovare un volto amico, una mano amica a consolarli, a proteggerli. 
Dopo la tragedia di Lampedusa nel 2013 abbiamo visto e sentito politici di grande responsabilità istituzionale a promettere mai più tragedie simili, è pure oggi siamo qui di nuovo a piangere centinaia di vittime.
La responsabilità degli stati falliti da cui parte questo esodo di profughi, che la comunità internazionale guarda in silenzio colpevole, mentre devastano il paese e la popolazione, costringendoli alla fuga. Il risultato di questo colpevole silenzio è sotto gli occhi di tutti noi.
Queste vittime sono sulla coscienza di quei criminali che gli hanno mandati allo sbaraglio, sono anche sulla coscienza di quei criminali della politica e della finanza europea che si rifiutano di mettere al centro la vita umana, al punto di fare finta di non vedere che il mediterraneo si è tinto di rosso del sangue di migliaia di innocenti.
Questo è il nostro grido di dolore difronte alle orecchie sorde dell'Europa e di tutta la comunità internazionale.  
Troppe risposte sbagliate che hanno favorito il traffico di esseri umani, il fiorente mercato del viaggio della speranza, fiorente per i "sensali della carne umana" come gli definiva già più di 100 anni fa il Beato Gionanni Battista Scalabrini, che denunciava il traffico e lo sfruttamento dei migranti italiani verso le Americhe. Oggi più di allora i mercanti della carne ferita, indifesa di migliaia di migranti e profughi viene mercanteggiata con complicità di apparati statali e gruppi criminali, tutto alle porte dell'Europa, di una Europa che sembra mettere da parte i valori fondanti della Sua storia che ha conosciuto due guerre mondiali e governi totalitari, sterminio di popoli. 
Mi chiedo come possibile oggi vedere questa freddezza dinanzi a queste tragedie, perché non bastano le parole di circostanza o le lacrime di qualche anima pia, servono azioni, risposte concrete, per proteggere e prevenire queste tragedie.
Il nostro appello Europa trovi la tua Anima e sì sensibile e solidale con chi soffre.
 don Mussie Zerai

sabato 18 aprile 2015

L’Italia e l’Europa reagiscano subito per fermare la tragedia dei morti nel mar Mediterraneo.


L’inattività li rende complici di una strage
Si è appresa ieri la notizia dell’ennesima immane tragedia accaduta nel Mare Mediterraneo, nel quale sarebbero morti annegati 400 migranti, provenienti dalla Libia. Morti che si aggiungono alle 23.000 persone che si stima abbiano perso la vita nell’attraversamento del Mediterraneo, dal 2000 ad oggi, e solo nel 2014 ne sono state registrate 3419.
Sono numeri altissimi, che si configurano come vere e proprie stragi che coinvolgono  migliaia di persone che hanno la sola colpa di lasciare il proprio Paese per sottrarsi a guerre, gravissime violazioni dei diritti umani, fame, carestie e disastri naturali.
Poco importa che la responsabilità sia, innanzitutto, dei trafficanti che lucrano sulla pelle dei migranti, perché altrettanta responsabilità va ricercata nelle scelte politiche sbagliate o nell’indifferenza degli Stati europei, i cui ordinamenti sono fondati sul rispetto dei diritti umani, tra i quali primario è quella alla vita.
L’alto numero di morti che siamo costretti a registrare – oramai quasi nell’indifferenza generale, come un’abitudine alla notizia, perché non riguarda “nostri” morti –  testimonia che l’Europa e l’Italia si stanno muovendo con scarsa efficacia ed efficienza (nonostante il numero, non indifferente, delle persone salvate in mare), preoccupati più da il timore di un assalto che di garantire la sopravvivenza e l’asilo alle persone che chiedono protezione e asilo.
Dai dati di Frontex (l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea) nel 2014 sono arrivati in Europa 280.000 rifugiati e migranti, su una popolazione europea di 507 milioni di persone, con un incidenza pari allo 0,05%.
Si tratta, dunque, di numeri altamente accettabili nelle società europee  (ammesso che questo sia un criterio afferente il rispetto dei diritti umani) e pertanto non può giustificare nessuna timidezza o inattività rispetto alla tragedia a cui stiamo assistendo, per non parlare dell’ignobile strumentalizzazione che di questo fenomeno fa certa politica italiana.
Certamente non è facile individuare soluzioni che siano durature e per tale finalità sarebbe necessaria una ampia partecipazione alle politiche migratorie delle associazioni che, in tutta Europa, tutela le persone migranti e richiedenti asilo.
Tuttavia  alcune soluzioni possono già oggi essere individuate:
  • l’Europa e l’Italia ripristinino immediatamente operazioni europee analoghe a quella italiana del 2013 e 2014 cd “Mare Nostrum”, con finalità principalmente di ricerca e salvataggio in acque internazionali e non, come l’operazione Triton in corso, con finalità principali di controllo dei confini europei;
  •  Europa predisponga immediatamente un effettivo piano di reinsediamento dei rifugiati intrappolati nei paesi di transito che coinvolga tutti i paesi dell’Unione prevedendo quote per Paesi e criteri uniformi per la realizzazione dei programmi di reinsediamento;
  • la Commissione Europea avvi immediatamente un processo volto a superare il Regolamento Dublino III, sostituendolo con nuovi strumenti di condivisione delle responsabilità tra i diversi Stati dell’Unione, riconoscendo la profonda inefficacia e l’iniquità di detto Regolamento che non ha permesso affatto di regolare il diritto d’asilo in Europa, bensì ha causato elevatissimi costi sociali ed economici;
  •  le istituzioni della UE indichino immediatamente a tutti i Paesi europei di rilasciare visti di ingresso per motivi umanitari verso i paesi UE dando attuazione a quanto già oggi previsto dal codice frontiere Schengen ed accelerando il percorso per la predisposizione e l’adozione di nuove disposizioni  in grado di affrontare i drammatici scenari attuali;
  • l’Europa assuma senza indugio una iniziativa politica che coinvolga anche i governi democratici degli Stati della sponda sud del Mediterraneo nonché le associazioni di tutela dei migranti e dei richiedenti asilo, per individuare soluzioni di medio e lungo periodo per il contrasto della migrazione forzata e una maggiore tutela dei richiedenti asilo.

Non adottare immediatamente le misure sopra indicate comporta una grave responsabilità dell’Europa che, dimenticando i suoi valori fondanti, rimane oggettivamente indifferente rispetto alle tragedie che si compiono ai propri confini.
Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione

venerdì 17 aprile 2015

"Siamo noi" - Don Mussie Zerai

Tv2000it  Tv2000it 

Don Mussie Zerai è fuggito dall'Eritrea. Oggi è cappellano in Svizzera e con l’associazione da lui fondata aiuta da anni quanti continuano a fuggire, spesso a bordo di un barcone.


Erythrée KTO.TV

Eglises du Monde porte son regard sur un pays peu connu: l'Erythrée. Situé dans la Corne de l'Afrique, ce pays -moitié chrétien et moitié musulman- est l'un des plus pauvres et des plus fermés au monde. Ayant obtenu son indépendance en 1993, après 30 ans de guerre avec l'Ethiopie, l'Erythrée est sous le joug d'une des pires dictatures militaires. Face à la pauvreté et au manque de liberté, des dizaines de milliers d'érythréens ont déjà fui et tentent de rallier l'Occident. Mais leur parcours est parfois un calvaire, comme le rappelle le naufrage de Lampedusa le 3 octobre 2013, où des centaines de migrants, en grande partie érythréens, sont morts. Ils sont aussi la proie de trafiquants. A l'occasion de son passage en France, le père Mussie Zerai vient nous porter son témoignage sur la difficile condition des chrétiens et des migrants. Erythréen, il est président de l'Agence Habeshia, une organisation qui prend en charge les migrants, réfugiés et demandeurs d'asile en Italie. Il vit entre la Suisse et l'Italie, où il est arrivé en 1992. En raison de son engagement, il n'est plus autorisé à retourner en Erythrée. 
Eglises du Monde du 15/04/2015.


Migranti, la tragedia infinita - Abba Mussie Zerai

Intervista ad Abba Mussie Zerai, candidato al premio Nobel 

per la Pace 2015 in virtù del suo impegno con profughi e 

rifugiati.

www.scalabrini.net