mercoledì 24 febbraio 2010

Sciopero al grido di "Stiamo neri"

Il quartier generale della mobilitazione sarà piazza Umberto, luogo simbolo di aggregazione a Bari. Lunedì la protesta degli immigrati tra cortei, proiezioni e musica. Faremo sentire anche la voce dei reclusi nel Cie Quel centro va immediatamente chiuso. Gli studenti hanno girato un filmato sulle condizioni in cui vivono gli extracomunitari di Fulvio Di Giuseppe «Non è perché siamo neri che siamo sfruttati, è perché siamo sfruttati che siamo neri. Se lo sfruttamento infine verrà abolito, tutti i colori saranno belli». Quel giorno, nonostante gli auspici dello storico africano Joseph Ki Zerbo, non è ancora arrivato. È però alle porte il primo marzo, data in cui anche a Bari tutti i migranti lanceranno il proprio grido di protesta, nella giornata europea di mobilitazione contro crisi e razzismo. «Stiamo neri» è infatti lo slogan scelto per l'iniziativa in programma lunedì e che prende le mosse dall'appuntamento francese «24 ore senza di noi». Noi, in questo caso, sono donne e uomini che lavorano lontano dalla propria terra, ma ancora costretti a sentirsi "neri". Non solo per il colore della pelle, ma per la loro condizione di lavoro e di vita. E perciò incroceranno le braccia, per uno sciopero di un giorno intero. «Stiamo neri» a Bari avrà come snodo piazza Umberto, luogo simbolo di aggregazione sociale dei migranti. Sarà lì che lunedì partirà un corteo intorno alle 16,30: percorso breve, ma molto simbolico. Prima di far ritorno in centro, attraverserà infatti via Dante e Via Trevisani, concentrandosi nel quartiere Libertà. Una scelta tutt'altro che casuale, come dimostra la video inchiesta, che sarà presentata oggi in anteprima, sulle condizioni abitative dei lavoratori migranti. Studenti delle scuole medie superiori hanno filmato le condizioni disagiate in cui sono costretti a vivere i migranti, la maggior parte dei quali domiciliati proprio nel quartiere Libertà, che assieme al Madonnella registra la più alta densità di extracomunitari. Dai filmati, si evince una realtà drammatica: famiglie di quattro - sei persone costrette a vivere in venti metri quadri, in sottoscala neanche agibili e fittati senza contratto a prezzi esorbitanti. Non mancano le situazioni più eclatanti, con abitazioni pericolanti a dimostrare la speculazione di cui sono vittima gli immigrati, che fa spesso rima con sfruttamento nel mondo del lavoro, con turni massacranti di dieci- dodici ore. A coordinare l'iniziativa di lunedì saranno principalmente i migranti somali ed eritrei. I primi rappresentano la comunità che ha occupato l'ex Ferrhotel: una quarantina di persone con lo status di rifugiato politico, che si affiancheranno alla cinquantina di etiopi, eritrei e sudanesi, che vivono all'interno dell'ex liceo Socrate occupato. Saranno alcuni delegati, tra cui i portavoce Osman, Johannes e Mohammed a salire sul palco e raccontare le proprie esperienze e portare le istanze anche delle persone attualmente trattenute nel Cie, il centro di identificazione ed espulsione del San Paolo: l'iniziativa di lunedì, attraverso la voce della Rete antirazzismo promotrice dell'evento, ne chiede ancora una volta l'immediata chiusura. A seguire, sul palco di piazza Umberto, ci saranno le proiezioni di vari video, tra cui le immagini dei migranti in arrivo da Rosarno. La mobilitazione, però, avrà anche un momento di festa: la serata sarà infatti animata da giovani gruppi musicali che si alterneranno in esibizioni dal vivo.

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