giovedì 3 dicembre 2009

Immigrati, il permesso elettronico in 45 giorni

Rivoluzione all'Ufficio immigrazione di via Teofilo Patini. Solo la consegna del tesserino resta compito dei commissariati di zona. Controlli più rapidi grazie ai 15 nuovi scanner per le impronte digitali di Chiara Righetti Una rivoluzione nel sistema per il rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno. Che ha consentito, a chi ha fatto domanda a inizio novembre, di avere già, a fine mese, il tesserino elettronico. Un record, visto che qualche settimana fa l'attesa media era di 7-8 mesi. Roma, con Milano, è stata l'ultima provincia ad adottare il nuovo sistema: «Da sole - spiega Maurizio Improta, dirigente dell'ufficio Immigrazione di via Teofilo Patini - queste due città riuniscono il 50% degli stranieri regolari. Serviva un ripensamento profondo degli uffici e delle strutture». L'iter per chiedere e rinnovare il permesso elettronico è stato diviso in tre fasi (accettazione, istruttoria e stampa) ciascuna delle quali non deve durare oltre 15 giorni. Prima novità: quando l'immigrato va alle Poste per spedire la domanda, l'impiegato gli comunica subito quando presentarsi all'Ufficio immigrazione per la consegna delle foto e la rilevazione delle impronte digitali. Spiega Improta: «Prima l'appuntamento veniva comunicato tramite raccomandata o Sms. Ma molti stranieri erano irreperibili all'indirizzo indicato nel kit, e spesso anche il cellulare risultava inesistente. Molti erano quindi gli appuntamenti rinviati a data da destinarsi». L'altra novità riguarda la fotosegnalazione, cioè il rilevamento delle impronte digitali, che da qualche settimana si fa non più al Commissariato ma direttamente all'Ufficio immigrazione. La nuova sala al terzo piano ha 15 postazioni attrezzate con lo scanner digitale: foto, firma e impronte dello straniero vengono acquisite al computer e in pochi minuti, dal sistema centrale, arriva già la risposta: se a carico dello straniero non ci sono espulsioni o precedenti penali, entro poche ore la pratica passa all'ufficio "decretazione" (quello che, esaminando i documenti, relativi per esempio alla casa e al reddito, dà il via libera definitivo). Prima questo controllo attraverso la Scientifica richiedeva un mese di tempo. Poi la pratica passa al Poligrafico dello Stato, che stampa il tesserino: solo il ritiro avviene ancora al Commissariato di quartiere. Invece gli immigrati della provincia devono continuare a rivolgersi ai commissariati competenti: quelli di Civitavecchia, Fiumicino, Ostia, Anzio, Velletri, Albano, Marino, Frascati, Tivoli e Colleferro. Nel frattempo, chi vuole sapere se il suo permesso è pronto può controllare on line sul sito http://questure.poliziadistato.it/Roma, o inviare un'email all'indirizzo immigrazione.rm@poliziadistato.it. Roma, con 366mila stranieri residenti, gestisce un volume di pratiche enorme: «Dal primo gennaio - spiega Improta - abbiamo rilasciato 85mila documenti. Sono 18mila i pareri già rilasciati sulle richieste di assunzione dei flussi, in tutto 35mila. E ne abbiamo emessi 8mila anche per l'ultima regolarizzazione: contiamo di finire entro aprile».

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