giovedì 13 novembre 2008

I medici milanesi dicono no alla Lega

Secco no all'obbligo di denunciare gli irregolari. Garbarini (Ordine dei medici): ''È una delazione che ci rifiuteremo di fare''. Colombo (Ospedale San Paolo): ''Faremmo appello all'obiezione di coscienza'' MILANO - "È un gesto di delazione che noi medici ci rifiuteremo di fare”, esclama deciso Ugo Garbarini, vice presidente dell'ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia di Milano, commentando la proposta della Lega Nord (presentata ieri in Senato) che vorrebbe introdurre per i medici l'obbligo di segnalazione degli immigrati irregolari. Ugo Garbarini si appella al codice deontologico dell'ordine cui appartiene che “ci impone di curare tutti, si tratta di un principio sacrosanto. Il medico deve fare il medico -conclude- e svolgere questa professione significa prestare le proprie cure a tutti, senza distinzioni”. Al giuramento di Ippocrate e al codice deontologico si appella anche Livio Colombo, responsabile dell'ambulatorio per stranieri irregolari dell'Ospedale San Paolo di Milano: “Se la legge passasse, cosa di cui dubito fortemente, -commenta - noi medici faremmo appello all'obiezione di coscienza”. Per il medico, anche la proposta di far pagare agli immigrati irregolari le prestazioni sanitarie pubbliche, e quindi anche l'accesso al pronto soccorso “stride con il nostro giuramento, che prevede l'obbligo di cura per tutti”, spiega. Peraltro già ora i criteri adottati per il triage nei pronto soccorso prevedono che i casi individuati con il “codice bianco” (“nessuna urgenza, tempo di attesa indefinito”) debbano pagare il ticket. “Fatta eccezione per anziani, bambini e altre categorie particolari -spiega Livio Colombo- tutti devono pagare: italiani, immigrati regolari e irregolari”. Sono invece gratuite tutte le prestazioni d'urgenza. L'ambulatorio per stranieri irregolari dell'Ospedale San Paolo era nato per dare risposta alle esigenze di quei pazienti che soffrono di patologie croniche e che non possono essere seguiti dalle associazioni di volontariato. Allo sportello si rivolgono, in media, 25-30 persone a settimana “ma se venisse potenziato potrebbe essere molto utile per alleggerire il lavoro dei pronto soccorso”, conclude Livio Colombo. I reparti d'urgenza degli ospedali infatti sono il principale punto di riferimento per i cittadini stranieri (con o senza documenti in regola) per affrontare una malattia o un infortunio. Le due proposte della Lega Nord vengono criticate anche dal Naga (associazione che si dedica all'assistenza medica delle persone emarginate) dal momento che “mettono in discussione il principio che esistano diritti assoluti preminenti rispetto alla condizione giuridica relativa della persona”, dice Pietro Massarotto presidente del Naga. “Ciò comporta una distorsione di fondo del ruolo sociale dei medici, segna un'ulteriore tappa nel processo di criminalizzazione dell"immigrazione”, conclude Pietro Massarotto. (is) © Copyright Redattore Sociale

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